Shakespeare William

William Shakespeare[1] (/ˈʃeɪkspɪər/Stratford-upon-Avon23 aprile 1564[2] – Stratford-upon-Avon23 aprile 1616[3]) è stato un drammaturgo e poeta inglese, considerato il più importante scrittore inglese e generalmente ritenuto il più eminente drammaturgo della cultura occidentale[4][5][6].

Firma di William Shakespeare

È considerato il poeta più rappresentativo del popolo inglese[7] e soprannominato il "Bardo dell'Avon" (o semplicemente "Il Bardo"[8]) oppure il "Cigno dell'Avon"[9]; delle sue opere sono stati ritrovati, incluse alcune collaborazioni, 38 testi teatrali, 154 sonetti, tre poemi e una serie di altre opere in versi. Le sue opere teatrali sono state tradotte in tutte le maggiori lingue del mondo e sono state inscenate più spesso di qualsiasi altra opera[10]; inoltre è lo scrittore maggiormente citato nella storia della letteratura inglese e molte delle sue espressioni linguistiche sono entrate nell'inglese quotidiano[11][12][13].

Nonostante la cronologia esatta delle sue opere sia ancora al centro di numerosi dibattiti, così come la paternità di alcune di esse, è possibile collocare con sufficiente certezza l'epoca di composizione della maggior parte dei suoi lavori nei circa venticinque anni compresi tra il 1588 e il 1613[14][15]. Capace di eccellere sia nella tragedia sia nella commedia, fu in grado di coniugare il gusto popolare della sua epoca con una complessa caratterizzazione dei personaggi, una poetica raffinata e una notevole profondità filosofica.

Benché fosse già popolare in vita, divenne immensamente famoso dopo la sua morte e i suoi lavori furono esaltati e celebrati da numerosi e importanti personaggi nei secoli seguenti. La scarsità di documenti pervenutici riguardanti la sua vita privata ha fatto sorgere numerose congetture riguardo al suo aspetto fisico, alla sua sessualità, al suo credo religioso e persino all'attribuzione delle sue opere[16][17][18][19]. Gli è stato dedicato un asteroide2985 Shakespeare[20].

Biografia

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Le origini

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La presunta casa natale di Shakespeare a Stratford

Shakespeare visse a cavallo fra il XVI e il XVII secolo, un periodo in cui si stava realizzando il passaggio dalla società medievale al mondo moderno. Nel 1558 sul trono del regno era salita Elisabetta I d'Inghilterra, inaugurando in questo modo un periodo di fioritura artistica e culturale che da lei prese il nome[21]. Il padre di William, John, si trasferì, alla metà del Cinquecento, da Snitterfield a Stratford-upon-Avon, dove divenne guantaio e conciatore[22].

John compare per la prima volta nelle documentazioni storiche nel 1552. Un documento ci informa che John Shakespeare aveva in affitto un'ala di quella che sarebbe poi diventata famosa come la casa natale del poeta, situata a Henley Street. Nel 1556 John accrebbe le sue proprietà, acquistando una proprietà fondiaria e l'altra ala della casa natale, che a quel tempo era una struttura separata[23].

John prese in moglie Mary Arden, figlia del ricco agricoltore Robert Arden[24]. Mary era la figlia minore, tuttavia era probabilmente la prediletta del padre visto che quando questi morì, verso la fine del 1556, le lasciò la sua tenuta e il raccolto della sua terra[25]. Il matrimonio avvenne tra il novembre del 1556, mese in cui fu redatto il testamento di Robert Arden, e il settembre del 1558, mese in cui nacque la prima figlia[26].

A partire dall'autunno del 1558, iniziò la carriera politica di John Shakespeare: prestò giuramento come uno dei quattro connestabili[27]. Dal 1565 fu aldermanno, cioè un componente della giunta municipale di Stratford; nel 1568 ricoprì per un anno la carica più importante della città, quella di balivo[28]. Raggiunto il massimo riconoscimento cittadino, decise di rivolgersi al Collegio degli araldisti per ricevere uno stemma, ma non riuscì a ottenerlo[29]. Tra il 1570 e il 1590, John Shakespeare, oppresso dai debiti, ebbe problemi di natura finanziaria, che portarono alla fine della sua carriera pubblica e alla vendita di alcuni possedimenti[30].

La giovinezza a Stratford

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La famiglia di Shakespeare in un'illustrazione del 1890: William recita l'AmletoAnne è seduta sulla destra, Hamnet è in piedi, mentre da sinistra Judith e Susannah lo ascoltano

La data di battesimo di William Shakespeare a Stratford-upon-Avon risulta essere il 26 aprile 1564; la trascrizione nel registro parrocchiale riporta: Gulielmus, filius Johannes Shakespeare[31]. Non è documentata la data di nascita, che tradizionalmente si suppone sia avvenuta tre giorni prima, il 23 aprile, giorno in cui si festeggia San Giorgio, patrono dell'Inghilterra[32][33]. William fu il terzo di otto figli[34]. Nell'estate del 1564 la peste colpì Stratford, ma risparmiò gli Shakespeare[35].

Sebbene nei registri scolastici di quel periodo non compaia il suo nome, per alcuni biografi Shakespeare frequentò la King's New School, istituto gratuito per i maschi della cittadina, dedicato a Edoardo VI e fondato dalla Gilda della Santa Croce, distante circa 400 metri dalla sua casa[36][37][38]; lì avrebbe avuto modo di apprendere il latino e i classici della letteratura, e di essere forse sottoposto a frequenti punizioni corporali[39][40]. Le lezioni erano impartite sei giorni alla settimana, cominciavano alle sei o alle sette di mattina e continuavano fino alle undici; dopo la sosta per il pranzo riprendevano all'una per poi concludersi alle sei di sera[41]. Non risulta nessuna sua eventuale formazione universitaria.

È probabile che William abbia lavorato come apprendista nel negozio del padre[42]; è stato messo in rilievo come Shakespeare abbia fatto riferimento a svariati tipi di pelle e ad altre conoscenze tipiche dei conciatori[43]. Il 27 novembre 1582, a diciotto anni, William sposò a Stratford Anne Hathaway, di otto anni più grande. Considerata la data di nascita della prima figlia, il matrimonio, testimoniato da Fulk Sandalls e John Richardson, fu forse affrettato dalla gravidanza della sposa[44].

Il 26 maggio 1583 la prima figlia di Shakespeare, Susannah, fu battezzata a Stratford[45]. Due anni dopo, il 2 febbraio 1585, furono battezzati due gemelli: un maschio, Hamnet, e una femmina, Judith[46]. Gli Shakespeare chiamarono i figli come i loro vicini e inseparabili amici, Hamnet e Judith Sadler[47]. Quando nel 1598 Judith e Hamnet Sadler ebbero un figlio, lo chiamarono William[47]Hamnet era una variante morfologica, consueta a quel tempo, di Hamlet[48], ed è stato supposto che per il nome del bambino si sia ispirato a quello del protagonista dell'opera omonima, benché il nome Hamnet o Hamlet fosse a quei tempi piuttosto comune. La figlia di Susannah e di John Hall, Elizabeth, sarà l'ultima discendente della famiglia[49].

Shakespeare Before Thomas Lucy, un'illustrazione di un aneddoto sul poeta

Gli anni perduti

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Tra il battesimo dei due gemelli e la sua comparsa sulla scena letteraria inglese, non vi sono documenti relativi alla vita di Shakespeare; per questo motivo, il periodo che va dal 1585 al 1592 è definito dagli studiosi come "lost years" (anni perduti). Il tentativo di spiegare questo periodo ha dato vita a numerose supposizioni e fantasie; spesso nessuna prova suffraga queste storie se non le dicerie raccolte dopo la morte del drammaturgo[50][51]Nicholas Rowe, il primo biografo di Shakespeare, riporta una leggenda di Stratford secondo la quale Shakespeare abbandonò la città, rifugiandosi a Londra, per sfuggire a un processo causato dalla caccia di frodo di un cervo di Thomas Lucy, un signorotto locale[52][53]. Un altro racconto del XVIII secolo riporta che Shakespeare cominciò la sua carriera teatrale badando ai cavalli dei clienti dei teatri di Londra[54].

John Aubrey riportò che Shakespeare divenne un insegnante di campagna[55] pur non presentando nessuna prova a sostegno di questa ipotesi. Alcuni studiosi hanno suggerito la possibilità che Shakespeare sia stato assunto come tutore da Alexander Hoghton di Lancashire, un proprietario terriero cattolico che cita un certo "William Shakeshafte" nel suo testamento del 1581[56][57]. Tuttavia non si hanno prove che qualche membro della famiglia del poeta usò mai la variante "Shakeshafte"[58]. È stato ipotizzato che Shakespeare abbia cominciato la sua carriera teatrale unendosi a una delle tante compagnie che visitavano Stratford annualmente. Nella stagione 1583-84 tre compagnie visitarono Stratford, nella stagione 1586-87 ben cinque, tra cui quella della regina, quella di Essex e quella di Leicester[59].

La comparsa a Londra e i primi successi

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La statua di Shakespeare a Leicester Square, Londra, opera di Giovanni Fontana del 1874[60]

Diversi documenti del 1592 ci informano del successo di Shakespeare in ambito teatrale: sappiamo che sue opere sono già state rappresentate dalle compagnie dei conti di Derby, di Pembroke e del Sussex; si ha notizia, inoltre, della rappresentazione del 3 marzo 1592 della prima parte dell'Enrico VI[61]. La fama delle opere di Shakespeare era probabilmente in ascesa, tanto da attirarsi le gelosie dei colleghi più anziani; proprio in quest'anno, dopo la registrazione del 20 settembre nello Stationers' Register[62], fu pubblicato postumo un opuscolo di Robert Greene con la celebre invettiva che sembrerebbe rivolta a Shakespeare:

(inglese)

«an upstart Crow, beautified with our feathers, that with his Tygers hart wrapt in a Players hyde, supposes he is as well able to bombast out a blanke verse as the best of you: and beeing an absolute Johannes Factotum, is in his owne conceit the onely Shake-scene in a countrey.»

(italiano)
«Un corvo parvenu, abbellito dalle nostre piume, che con il suo cuore di tigre nascosto da un corpo d'attore[63] ritiene d'essere capace quanto il migliore di voi di tuonare in pentametri giambici; ed essendo un Giovanni Factotum, è secondo il suo proprio giudizio l'unico 'Scuoti-scene'[64] del paese.»

(Robert Greene, Groatsworth of Wit[65])

Greene era uno scrittore dalla personalità focosa che entrò in contrasto col letterato John Florio e che nel Groatsworth criticò anche Marlowe e Nashe[66]Henry Chettle, il curatore che aveva preparato per le stampe il manoscritto del Groatsworth, sentì il bisogno, mesi dopo, di prendere le distanze da Greene nella prefazione alla sua opera Kind-Heart's Dream (Sogno di cuor gentile)[67]; nel passo in questione, sul quale gli studiosi hanno spesso speculato dal momento che tramanda il carattere di Shakespeare, Chettle si dispiace di non averlo risparmiato, apprezzando la "rettitudine della sua condotta, che attesta della sua onestà, e della sua grazia arguta nello scrivere, che depone bene sulla sua arte"[68].

Lo stemma della famiglia Shakespeare

Negli anni 1593-94, a causa di un'epidemia di peste, i teatri inglesi rimasero chiusi; Shakespeare, in questo periodo, pubblicò due poemetti, Venere e Adone e Il ratto di Lucrezia[69]. Il primo, stampato nel 1593, è dedicato a Henry Wriothesley, III conte di Southampton, all'epoca diciannovenne. Sono state fatte molte speculazioni intorno alla relazione tra Shakespeare e Southampton - alcuni critici lo identificano come il misterioso "W.H." destinatario dei sonetti. Il volume ebbe molto successo ed ebbe numerose ristampe[70]. Il successo dell'opera è testimoniato anche da un'opera teatrale, stampata nel 1606 ma di qualche anno precedente, The Return from Parnassus, rappresentata all'inizio del XVII secolo dagli studenti del St John's College di Cambridge[71]The Return from Parnassus è la seconda di un ciclo di tre opere teatrali; al suo interno, un personaggio dice:

(inglese)

«Let this duncified world esteem of Spenser and Chaucer, I'll worship sweet Mr Shakespeare, and to honour him will lay his Venus and Adonis under my pillow.»

(italiano)
«Che il mondo ignorante stimi pure Spenser e Chaucer. Io venererò il dolce signor Shakespeare, e in suo onore metterò Venere e Adone sotto il mio cuscino»

(The Return from Parnassus, 1606)

Tuttavia questa citazione manifesta solo la popolarità che il Venere e Adone aveva raggiunto in quegli anni; infatti, sebbene alcuni critici abbiano interpretato questa frase come un apprezzamento dell'ambiente universitario nei confronti di Shakespeare, altri hanno sottolineato che il personaggio che fa questo elogio è uno stupido[70]. A supporto dell'ipotesi che Shakespeare non fosse visto di buon occhio dall'ambiente universitario, è possibile citare la terza e ultima parte del ciclo "Parnassus" degli studenti del St John's College, The Second Part of the Return from Parnassus; in questa, un personaggio che impersona William Kempe, parlando con un personaggio che impersona un altro membro della compagnia in cui si trovava Shakespeare, critica in maniera grossolana i drammaturghi con educazione universitaria e afferma che "il nostro compagno Shakespeare li ha tutti umiliati"[72].

Nel 1594, Shakespeare dà alle stampe il suo secondo poemetto Il ratto di Lucrezia, anch'esso dedicato al conte di Southampton. Leggendo la dedica, la maggioranza degli studiosi sono d'accordo sull'accresciuta familiarità tra il poeta e il conte[73]; tuttavia, la relazione tra i due resta di difficile interpretazione, dato che, escluse queste due dediche, Southampton non compare in nessun altro documento riguardante Shakespeare[74].

I servi del Lord Ciambellano

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Nell'autunno 1594 la peste terminò a Londra, e ciò permise la riapertura dei teatri; Shakespeare si unì alla compagnia teatrale chiamata The Lord Chamberlain's Men ("servi del Lord Ciambellano"), della quale facevano parte anche Richard Burbage e William Kempe[75]. La prima notizia dell'esistenza della compagnia si ebbe nel giugno 1594[76], attraverso un documento del libro dei conti del tesoriere privato della regina, che riportava la notizia di una rappresentazione della compagnia presso il palazzo reale di Greenwich, il giorno di S. Stefano (26 dicembre) e il giorno degli Innocenti (28 dicembre), di fronte a Elisabetta I[76].

New Place, casa di Shakespeare, in un disegno di George Vertue

Nel 1596 morì l'unico figlio maschio, Hamnet, che fu sepolto a Stratford l'11 agosto[77]. Nello stesso anno, John Shakespeare, grazie al successo avuto dal figlio, riuscì a ottenere il diritto di fregiarsi di uno stemma e del titolo di gentleman per sé e per i suoi discendenti, nonostante il suo prestigio e la sua fortuna fossero notevolmente ridotti rispetto ad alcuni anni prima[78]; il motto scelto è Non sanz droict, "Non senza diritto"[79].

Nel 1597 Shakespeare comprò da William Underhill per sessanta sterline una residenza a Stratford, New Place, composta da "due granai, due giardini, due frutteti, con annessi". La casa, la più grande di Stratford a quei tempi, era stata infatti costruita da un eminente cittadino della generazione precedente, Sir Hugh Clopton[80]. L'acquisto testimonia i notevoli guadagni ottenuti da Shakespeare con l'attività teatrale.

Nel 1598 Shakespeare si trasferì nella diocesi di St. Helen's Bishopsgate. Nello stesso anno, Francis Meres pubblicò il Palladis Tamia, nel quale parlava di "un Ovidio risorto nel mellifluo Shakespeare", e aggiungeva che tra i drammaturghi inglesi era il migliore sia nella tragedia sia nella commedia, citando molti suoi titoli[79]. Sempre nel 1598 il Bardo partecipò come attore alla rappresentazione di Every Man in his Humour di Ben Jonson, nella parte di Kno'well, un vecchio gentiluomo[81]; nell'in-folio delle opere di Jonson del 1616, Shakespeare compariva infatti in cima alla lista degli attori[79].

Shakespeare divenne poi azionista dei The Lord Chamberlain's Men, acquisendo circa il 10% della compagnia la quale, soprattutto grazie a lui, era talmente popolare da far sì che, dopo la morte di Elisabetta I e l'incoronazione di Giacomo I (1603), il nuovo monarca la adottasse, e si fregiò così del titolo di King's Men ("Gli uomini del re"); in questa compagnia Shakespeare ricoprì anche il ruolo di amministratore, oltre a quelli di drammaturgo e attore[82]. Vari documenti che registrano affari legali e transazioni economiche mostrano come la ricchezza di Shakespeare si fosse accresciuta molto nei suoi anni londinesi. Il 5 giugno 1607 sua figlia Susannah sposò il medico John Hall nella chiesa della Holy Trinity di Stratford[83].

Il ritorno a Stratford

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Il monumento funerario di Shakespeare

Intorno al 1611 si ritirò nella sua città natale, Stratford. L'11 settembre "Mr. Shakespeare" figura sulla lista dei contribuenti che devono pagare l'imposta per la manutenzione delle strade reali[79]. In quello stesso anno firmò una petizione dei cittadini di Stratford che chiedeva alla Camera dei comuni di riparare le strade maestre[84][85]. Il 3 febbraio 1612 fu sepolto Gilbert, un fratello di Shakespeare[86]. A maggio Shakespeare fu convocato a Londra per testimoniare nella causa "Mountjoy-Bellott", che opponeva due fabbricanti di parrucche londinesi, Christopher Mountjoy e il genero Stephen Bellott. Gli atti del processo sono giunti fino a noi: al termine di quelli che contengono la deposizione di Shakespeare è presente la sua firma[87].

Agli inizi del 1613 morì l'ultimo fratello di Shakespeare, Richard[88]: degli otto figli di John Shakespeare rimanevano solo William e la sorella Joan[88]. Nel mese di marzo Shakespeare acquistò una casa a Londra per 140 sterline (di cui 80 in contanti); era l'ex portineria dell'abbazia dei Frati Neri (Blackfriars), non lontano dall'omonimo teatro[79]. A partire dal 1613 Shakespeare non produsse più alcunché[85]. Nel novembre 1614 trascorse diverse settimane a Londra insieme al genero John Hall[89].

Il 10 febbraio 1616 sua figlia Judith sposò Thomas Quiney[90]: quest'ultimo poco prima di sposarsi aveva messo incinta una ragazza di Stratford[91].

Ultima pagina del testamento manoscritto del 1616. "By me William Shakespeare" è l'unica frase scritta di pugno dal commediografo.

Il 25 marzo seguente Shakespeare fece testamento: la maggior parte dei suoi beni andò alla figlia Susanna e al marito; all'altra figlia, Judith, lasciò alcune somme in denaro con clausole cautelative, mentre alla moglie lasciò "l'usufrutto della seconda camera da letto" nella casa a New Place; lasciò poi vari oggetti e piccole somme per l'acquisto di anelli ad alcuni conoscenti di Stratford e agli attori Richard BurbageJohn Heminges e Henry Condell[92].

La tomba di William Shakespeare nel coro della Holy Trinity Church

William Shakespeare morì il giorno del suo 52º compleanno, il 23 aprile 1616 secondo il calendario giuliano; era rimasto sposato ad Anne fino alla fine. John Ward, un vicario di Stratford, mezzo secolo dopo raccontò che Shakespeare, dopo aver passato una serata in campagna con Michael Drayton e Ben Jonson, in cui bevve molto alcol, morì di una febbre contratta in quell'occasione[92]. È possibile che questa sia una delle numerose leggende relative alla vita del Bardo[92].

È sepolto nel coro della Holy Trinity Church, la chiesa parrocchiale di Stratford; questo privilegio non fu dovuto alla sua fama come scrittore ma al pagamento di una quota della decima della chiesa, 440 sterline. Su un muro nei pressi della sua tomba si trova un monumento, commissionato probabilmente dalla sua famiglia[93]; è un busto che mostra Shakespeare nell'atto di scrivere. L'epitaffio sulla sua tomba recita:

(inglese)

«Good friend, for Jesus' sake forbear,
To dig the dust enclosed here.
Blest be the man that spares these stones,
And cursed be he that moves my bones.»

(italiano)
«Caro amico, per l'amor di Gesù astieniti,
dallo smuovere la polvere qui contenuta.
Benedetto sia colui che ha cura di queste pietre,
E maledetto sia colui che disturba le mie ossa»

(Epitaffio sulla tomba di W.Shakespeare)

Albero genealogico

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        Richard Shakespeare
(1490–1561)
  Abigail Webb (1515-1590)   Robert Arden
(1506-1556)
     
   
                                   
            John Shakespeare
(circa 1531–1601)
      Mary Arden
(1537–1608)
     
       
                                         
                   
              William Shakespeare
(1564-1616)
  Anne Hathaway
(1555/56-1623)
  Joan Shakespeare
(1569–1646)
  William Hart
     
                                           
                       
  John Hall
(1575-1635)
  Susanna Shakespeare
(1583-1649)
  Hamnet Shakespeare
(1585-1596)
    Judith Shakespeare
(1585-1662)
  Thomas Quiney    
       
                                                   
                     
John Barnard   Elizabeth Hall
(1608-1670)
  Thomas Nash     Thomas Quiney
(1620-1639)
  Shakespeare Quiney
(1616-1617)
  Richard Quiney
(1618-1639)
   

Opere

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Lo stesso argomento in dettaglio: Cronologia delle opere di Shakespeare.

The Plays of William ShakespeareSir John Gilbert, 1849

L'opera poetica e drammaturgica di Shakespeare costituisce una parte fondamentale della letteratura occidentale ed è continuamente studiata e rappresentata in ogni parte del globo. La cronologia delle sue opere è incerta e rappresenta un argomento ancora dibattuto dagli studiosi[4][5][6]. Nel First Folio del 1623, redatto da John Heminges e Henry Condell, sono comprese le 36 opere teatrali di Shakespeare, elencate in base alla loro classificazione come tragediecommedie e drammi storici[94]. Nessun'opera poetica di Shakespeare è stata inclusa nel First Folio.

Alla fine del XIX secoloEdward Dowden definì quattro delle ultime commedie shakespeariane, ovvero Pericle, principe di TiroLa tempestaI due nobili congiunti e Il racconto d'inverno, come romances (una possibile resa italiana sarebbe "drammi romanzeschi"), e da allora questa definizione è stata accolta spesso.[95][96].

Nel 1896 Frederick S. Boas coniò il termine problem plays ("drammi problematici" o "dialettici") per descrivere altri tre drammi, ovvero Tutto è bene quel che finisce beneMisura per misuraTroilo e Cressida; secondo Boas, inoltre, Amleto sarebbe l'anello di congiunzione tra i drammi problematici e le tragedie successive.[97] Benché sia dibattuto, anche questo termine rimane in uso, anche se Amleto viene generalmente classificato come una "autentica" tragedia.[97][98]

Altre opere, attribuite talvolta al drammaturgo di Stratford, sono elencate come apocrife. Due sono le opere andate perdute, Cardenio e Pene d'amore vinte[97].

Opere teatrali

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Talbot in battaglia, da Enrico VI, parte I

Inizialmente, come era tradizione in età elisabettiana, Shakespeare collaborò con altri drammaturghi alla stesura delle sue prime opere[99]; tra queste vi sono Tito Andronico, della quale un drammaturgo di fine Seicento disse "egli si è limitato soltanto a perfezionare con il suo magistrale tocco uno o due dei personaggi principali"[100]I due nobili congiunti, scritta in collaborazione con John Fletcher, e Cardenio, andata perduta, hanno una documentazione sull'attribuzione a Shakespeare precisa.

Le prime opere di Shakespeare furono incentrate su Enrico VIEnrico VI, parte I, composto tra il 1588 e il 1592, potrebbe essere la prima opera di Shakespeare, sicuramente messa in scena, se non commissionata, da Philip Henslowe. Al successo della prima parte fanno seguito Enrico VI, parte IIEnrico VI, parte III e Riccardo III, costituendo a posteriori una tetralogia sulla guerra delle due rose e sui fatti immediatamente successivi; queste furono in diversa misura composte a più mani attingendo copiosamente dalle Cronache di Raphael Holinshed, ma sempre più segnate dallo stile caratteristico del drammaturgo, descrivendo i contrasti tra le dinastie York e Lancaster, conclusisi con l'avvento della dinastia Tudor da cui discendeva l'allora regnante Elisabetta I. Nel suo insieme, prima ancora che celebrazione della monarchia e dei meriti del suo casato, la tetralogia appare come un appello alla concordia civile[101].

Incisione da una scena de La bisbetica domata, atto IV, scena III

Molte opere risalenti al primo periodo della carriera di Shakespeare furono influenzate dalle opere di altri drammaturghi elisabettiani, in particolare Thomas Kyd e Christopher Marlowe, dalle tradizioni del dramma medievale e dalle opere di Seneca[102][103]. Di datazione controversa, ma collocabili prima delle opere della maturità, sono un piccolo gruppo di commedie, in cui è forte l'influenza dell'eufuismo, dei testi dei letterati rinascimentali e delle ambientazioni italiane. Di questo periodo fanno parte I due gentiluomini di VeronaLa commedia degli errori, in cui vi sono elementi riconducibili ai modelli classici e La bisbetica domata, che secondo alcuni deriverebbe da un racconto popolare,[104][105] ma che troviamo nelle novelle di Giambattista Giraldi Cinzio che ispirò anche Otello e Misura per misura.

Dal 1594 la peste e l'inasprirsi della censura provocarono la scomparsa di molte compagnie, mentre nacquero nuove realtà teatrali, come The Lord Chamberlain's Men, di cui fece parte come autore e attore. L'abilità del drammaturgo di identificare i temi più richiesti e il suo talento nella riscrittura dei copioni perché non incappassero nei tagli del Master of the Revels, gli assicurarono in questo periodo una rapida ascesa al successo. Le prime commedie shakespeariane, influenzate dallo stile classico e italiano, con strette trame matrimoniali e precise sequenze comiche, dal 1594 cedono il passo all'atmosfera romantica, con toni a volte più scuri e propri di una tragicommedia[106].

In tutte le opere di questa fase è presente il wit, gioco letterario basato sulle sottigliezze lessicali. Shakespeare riesce a rendere strumenti espressivi i giochi di parole, gli ossimori, le figure retoriche, che non sono mai fini a sé stessi, ma inseriti a creare voluti contrasti tra l'eleganza della convenzione letteraria e i sentimenti autentici dei personaggi[107]. Questo periodo caratterizzato quindi da commedie romantiche ha inizio tuttavia con una tragedia, Romeo e Giulietta, una delle opere più note di Shakespeare, proseguendo poi con Sogno di una notte di mezza estate, che contiene diversi elementi inediti nelle opere del bardo come la magia e le fate, e Il mercante di Venezia[108][109]. Completano le opere di questa fase degli scritti shakespeariani l'ingegno e i giochi di parole di Molto rumore per nulla,[110] la suggestiva cornice rurale di Come vi piace, la vivace allegria de La dodicesima notte e Le allegre comari di Windsor[111].

Negli stessi anni nacque la seconda serie di drammi storici inglesi; dopo la lirica Riccardo II, scritta quasi interamente in versi, Shakespeare presentò, alla fine del XVI secolo, alcune commedie in prosa, come Enrico IV, parte I e II ed Enrico V. L'ultimo scritto di questo periodo fu Giulio Cesare, basato sulla traduzione di Thomas North delle Vite parallele di Plutarco[112]. La produzione di opere storiche riguardanti le origini della dinastia regnante andò di pari passo con il successo suscitato da tale genere. Edoardo III, attribuibile a Shakespeare solo in parte, offre un esempio positivo di monarchia, contrapposto a quello del Riccardo IIIRe Giovanni, abile riscrittura shakespeariana di un copione pubblicato nel 1591, narra di un monarca instabile e tormentato e dei discutibili personaggi che lo circondano. In queste opere i suoi personaggi divennero più complessi e teneri, mentre si passa abilmente tra scene comiche e serie, tra prosa e poesia, raggiungendo una notevole varietà narrativa. Fu determinante per il successo dei drammi l'introduzione di personaggi fittizi a cui il pubblico si affezionò, come Falstaff[113].

Hamlet et Horatio au cimetièreEugène Delacroix, 1839

Nei primi anni del XVII secolo, Shakespeare scrisse quelle che verranno definite da Frederick S. Boas problem plays ("drammi problematici" o "dialettici") che segnano un nuovo modo di intendere la rappresentazione, in cui i personaggi esprimono compiutamente le contraddizioni umane, dando voce alle problematiche di un'epoca che si è ormai distaccata completamente dagli schemi medioevali; di queste fanno parte Tutto è bene quel che finisce beneMisura per misuraTroilo e Cressida, e in parte anche Amleto;[97][114] l'eroe di quest'ultima è probabilmente il personaggio shakespeariano più conosciuto, discusso e studiato, soprattutto per il suo famoso monologo "To be, or not to be".[115] Shakespeare inoltre ha probabilmente scritto parte della scena VI di Sir Tommaso Moro, frutto della mano di almeno cinque diversi autori, mai rappresentato e stampato soltanto nel 1814.[116]

Il 1603 segna una svolta storica per il teatro inglese; salito al trono, Giacomo I promuove un nuovo impulso delle arti sceniche, avocando a sé la migliore compagnia dell'epoca, i Chamberlain's Men, che da quel momento si chiameranno King's Men. A Giacomo I, Shakespeare dedicò alcune delle sue opere maggiori, scritte per l'ascesa al trono del sovrano scozzese, come OtelloRe Lear e Macbeth, la più breve e più complessa delle tragedie di Shakespeare[117]. A differenza dell'introverso Amleto, il cui errore fatale è l'esitazione, gli eroi di queste tragedie come Otello e Re Lear furono sconfitti da affrettati errori di giudizio[118]; le trame di queste opere fanno spesso perno su questi errori fatali, che sovvertono l'ordine e distruggono l'eroe e i suoi cari[119]. Le tre ultime tragedie, che risentono della lezione di Amleto, sono drammi che restano aperti, senza ristabilire un ordine ma generando piuttosto ulteriori interrogativi. Ciò che conta non è l'esito finale, ma l'esperienza. Ciò a cui si dà maggiore importanza è l'esperienza catartica dell'azione scenica, piuttosto che la sua conclusione.

Incisione de La tempesta, atto I, scena I, basata su un dipinto di George Romney

Le sue ultime grandi tragedie contengono alcune delle più note poesie di Shakespeare e sono state considerate le migliori da Thomas Stearns Eliot[120]. I drammi di argomento classico sono l'occasione per affrontare il tema politico, calato nella dimensione della storia antica ricca di corrispondenze con la realtà britannica. In Antonio e Cleopatra l'utilizzo di una scrittura poetica sottolinea la grandiosità del tema, le vicissitudini storiche e politiche dell'impero romanoCoriolano è invece occasione per affrontare il tema del crollo dei potenti, l'indagine sui vizi e sulle virtù, dando voce a un'intera comunità come in una sorta di coro. Timone d'Atene, probabilmente scritto in collaborazione con Thomas Middleton, contiene allo stesso tempo la coscienza dei rischi di un individualismo moderno e la denuncia della corruzione e del potere dell'oro[120].

Negli ultimi anni della produzione shakespeariana, il mondo del teatro londinese subisce un cambiamento sensibile; il pubblico aristocratico e della nuova borghesia agiata non frequenta più i grandi anfiteatri, ma teatri più raccolti come il Blackfriars Theatre. Le richieste di tale pubblico andavano più nella direzione dell'intrattenimento che non del coinvolgimento nella rappresentazione; alcuni commentatori hanno visto questo cambiamento di umore come prova di una più serena visione della vita da parte di Shakespeare[121]. Il Bardo, sempre attento ai cambiamenti del gusto e della sensibilità dei suoi spettatori, produce dei nuovi drammi, i cosiddetti romances ("drammi romanzeschi") tornando in parte agli scritti romantici e alle tragicommedie; nascono dunque Pericle, principe di TiroCimbelinoIl racconto d'invernoLa tempesta e I due nobili congiunti.

A differenza delle tragedie degli anni precedenti, queste spesso terminano con la riconciliazione e il perdono di errori potenzialmente tragici[121][122]. In Enrico VIII, l'ultimo grande rifacimento di un dramma storico già in cartellone per le compagnie rivali, Shakespeare, aiutato probabilmente da Fletcher, arricchiva e perfezionava la vicenda, riprendendo i temi della produzione precedente, dalla cronaca storica e nazionale al dramma morale, riprendendo lo stile dell'età elisabettiana nel momento in cui quell'epoca era giunta al termine[123]. Shakespeare abolisce le tre unità aristoteliche dalle proprie opere teatrali.


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I capolavori di Shakespeare

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Anno: 1993
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Data inserimento: Giovedì, 10 Luglio 2025