Twain Mark

Mark Twain, pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens (Florida30 novembre 1835 – Redding21 aprile 1910), è stato uno scrittoreumoristaaforista e docente statunitense autore di capolavori riconosciuti della letteratura statunitense del XIX secolo, come Le avventure di Tom Sawyer e Le avventure di Huckleberry Finn, entrati nell'immaginario collettivo e che hanno avuto numerose trasposizioni televisive e cinematografiche.

È considerato una tra le maggiori celebrità statunitensi del suo tempo: William Faulkner scrisse che fu il "primo vero scrittore statunitense".[1]

Twain dovette lavorare fin da giovane in quanto orfano di padre, e cominciò la sua carriera come giornalista e poi come scrittore di racconti umoristici, finendo per divenire, dopo alcune travagliate vicende personali (come la morte di un fratello, della moglie, di due delle sue tre figlie adulte e del caro amico Henry Rogers, avvenute quasi tutte durante la difficile vecchiaia dello scrittore), un severo, sarcastico e irriverente cronista delle vanità, sferzante contro ogni ipocrisia e crudeltà umana, nonché critico delle religioni, con un fondo di pessimismocinismo ironico e di misantropia.

A metà carriera, con Huckleberry Finn, combinò fine umorismo, solida narrativa e critica sociale, a un livello senza rivali nel vasto ambiente della letteratura americana.

Origine del nome

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Dati i trascorsi da pilota dei battelli a vapore sul Mississippi, fatto di cui era orgoglioso, è ritenuto che lo pseudonimo che si attribuì - Mark Twain - derivi dal grido in uso nello slang della marineria fluviale degli Stati Uniti d'America per segnalare la profondità delle acque: by the mark, twain, ovvero: dal segno, due (sottinteso tese). Tale grido indica una profondità di sicurezza (appunto due tese, circa 3,7 metri).[2] Utilizzò anche altri pseudonimi, come "Sieur Louis de Conte", usato per firmare la biografia di Giovanna d'Arco.[3] Il termine "Mark" fa riferimento alla misurazione della profondità delle acque (ma è ambivalente essendo anche un nome proprio), mentre "Twain" è la forma arcaica (old english) di "Two" (due)[4], quindi il barcaiolo gridava "Mark Twain!" o meglio "by the Mark Twain!" che significa "dal segno [la profondità] è due tese" ovvero "l'acqua è profonda 12 piedi, è sicuro passare".[2]

Twain utilizzò vari pseudonimi prima di adottare definitivamente Mark Twain. Fino al 1863 firmava i suoi abbozzi umoristici e fantastici con il nome Josh. Si servì inoltre di Thomas Jefferson Snodgrass per alcune lettere umoristiche.[5]

Biografia

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Infanzia e gioventù (1835-1862)

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Hannibal: la casa della fanciullezza di Mark Twain (e di Tom Sawyer)

Mark Twain nacque a Florida (Missouri), e crebbe a Hannibal nello Stato del Missouri, figlio di Jane (nata Lampton, 1803-1890), nativa del Kentucky, e John Marshall Clemens (1798-1847), un virginiano di nascita. I suoi genitori si erano conosciuti quando il padre si trasferì nel Missouri e si sposarono alcuni anni dopo, nel 1823. Fu il sesto di sette figli, ma solo tre di loro superarono l'infanzia: suo fratello Orion (1825-1897), Henry (1838-1858), morto in un'esplosione del battello con cui lavorava insieme a Twain, e Pamela (1827-1904).[6]

Sua sorella Margaret (1833-1839) morì quando lui aveva tre anni, e suo fratello Benjamin (1832-1842) morì tre anni dopo. Un altro fratello, Pleasant (1828-1829), morì a sei mesi. Twain nacque due settimane dopo il massimo avvicinamento alla Terra della cometa di Halley, fatto che lui ricorderà spesso.[7] Quando aveva quattro anni, la famiglia si trasferì ad Hannibal, una città portuale sul fiume Mississippi che gli ispirerà la città immaginaria di St. Petersburg di Tom Sawyer e Huckleberry Finn.[6]

Il Missouri era uno stato schiavista ed il giovane Twain ebbe familiarità con l'istituzione della schiavitù, un tema che avrebbe poi esplorato nella sua scrittura. Il padre di Twain, John, esercitava come avvocato e giudice. Nel 1847, quando Twain aveva 11 anni, suo padre morì di polmonite. L'anno successivo, Samuel divenne apprendista di una stamperia.[8] Nel 1851 iniziò a lavorare come tipografo e collaboratore di articoli umoristici per l'Hannibal Journal, un giornale fondato da suo fratello Orion. A 18 anni lasciò Hannibal, per lavorare a New YorkFiladelfiaSt. Louis e Cincinnati.[9]

La vita sul Mississippi e i viaggi di formazione (1863-1870)

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Samuel Langhorne Clemens a 15 anni

In un viaggio verso New Orleans lungo il Mississippi, conobbe Horace E. Bixby, pilota di battello, che fece crescere in Twain il desiderio di diventare un pilota egli stesso. Come Twain osservò in Vita sul Mississippi, il pilota superava il capitano di un battello a vapore in prestigio e autorità, ed era una professione gratificante con salari fissati a 250 dollari al mese. Twain si esercitò e studiò per più di due anni prima di poter avere la licenza nel 1859. Da questa occupazione trasse appunto il suo pseudonimo, originato da "Mark Twain" ("marca due", cioè "segna due"), il grido in gergo fluviale che segnalava la profondità del fiume.[10][11]

Samuel convinse anche suo fratello minore Henry a lavorare con lui. Henry però morì poco dopo a causa di un incidente, un'esplosione della caldaia del battello. Twain affermò di aver sognato la morte del fratello, un mese prima, e questo lo portò ad interessarsi di parapsicologia.[12] Tuttavia egli non cessò di ritenersi responsabile per il resto della sua vita. Continuò a lavorare sul fiume fino alla guerra civile statunitense, quando il traffico fluviale si ridusse.[11] Portato dal suo stesso precedente mestiere di giornalista ad alimentare l'interesse per la letteratura, cominciò a scrivere alcune novelle, che vennero pubblicate dai giornali presso i quali era stato impiegato.[13]

Mark Twain nel 1871

La vita che egli condusse, dal 1857 al 1861, sul Mississippi, sarebbe diventata però il tema ricorrente nelle sue opere. Nel 1861, pur essendo avverso allo schiavismo, si arruolò in un battaglione di confederati, ma poco dopo disertò e abbandonò i "volontari" sudisti.[14] Nel 1863, ritornato al lavoro di giornalista, incontrò l'umorista Artemus Ward che lo incoraggiò a scrivere.

Il primo libro di Clemens fu una raccolta di novelle intitolata Il ranocchio saltatore, del 1865.[15] Tra il 1863 ed il 1865, dopo la fine della Guerra civile statunitense, avvenne la sua vera e propria formazione: viaggiò per tutto il paese, intraprese diversi lavori e conobbe la gente ed i loro costumi e modi di parlare, che si riflettono nel linguaggio nei suoi romanzi.[16] Dopo essersi trasferito in California nel 1865, Twain divenne un cercatore d'oro e un minatore, per poi darsi definitivamente alla carriera di giornalista freelance e reporter a San Francisco, e naturalmente a quella di scrittore.[17]

Twain in Europa, Italia e Palestina

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Intorno al 1866-67 visitò le Hawaii e poi varcò l'oceano Atlantico, visitando molti paesi, tra cui FranciaItalia e Palestina.[18] Critica un certo culto dell'antico del vecchio continente (ma anche la rovina di Pompei e lo stato di abbandono e degrado dei Fori Imperiali di Roma e quello di Venezia), la decadenza generale, la chiesa cattolica e la superstizione popolare cattolica (osservata soprattutto a Napoli), mentre è particolarmente colpito dal Duomo di Milano, elogia il fascino del lago di Como, del Vesuvio e del centro storico di Genova, e rimane affascinato dall'operosità e dalla vita della borghesia.

Firenze si interessa poco dei dipinti, e rimpiange di non avere una cultura artistica, criticando il fatto che negli Stati Uniti d'America "non viene insegnata".[19]

Tornerà in Italia nel 1893, risiedendo a Settignano (attualmente frazione del comune di Firenze), e nel 1903, ma quest'ultima volta si fermerà per un periodo di un anno a Firenze per goderne il clima con la moglie (la cui salute malferma la porterà alla morte nella città toscana), e si dedicherà allo studio della lingua italiana dal vivo.[20] In Palestina, parte ancora dell'Impero ottomano, rimase colpito spiacevolmente dalla desertificazione e dall'assenza di qualunque città, a parte Gerusalemme"La Palestina è desolata e brutta",[21] afferma. Tornato negli USA nel 1868, dopo il successo dei suoi primi lavori sposò Olivia Langdon nel 1870 e si trasferì a Hartford nel Connecticut.[22] Durante questo periodo egli tenne spesso conferenze e lezioni in università statunitensi e britanniche.[23][24]

Il successo letterario e l'attività intellettuale (1870-1890)

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Il contributo più grande di Twain alla letteratura americana è spesso considerato il romanzo picaresco Le avventure di Huckleberry Finn (1884), seguito da Le avventure di Tom Sawyer, un libro per ragazziErnest Hemingway disse: «Tutta la letteratura moderna statunitense viene da un libro di Mark Twain, Huckleberry Finn. (...) Tutti gli scritti Americani derivano da quello. Non c'era niente prima. Non c'era stato niente di così buono in precedenza.»[25] Altrettanto famosi sono il fanta-storico Il principe e il poveroUn americano alla corte di re Artù (esempio di fantascienza umoristica) e il realista e autobiografico Vita sul Mississippi.[6][26] Twain fu un maestro nel tradurre la conversazione colloquiale e nel creare e diffondere una letteratura specificatamente americana, costruendo tematiche e linguaggi espressivi americani.[27] Twain fu celebre anche per i suoi aforismi; uno dei suoi tipici paradossi recita: «Se tuo nonno non ha avuto figli e tuo padre neppure, è abbastanza improbabile che tu possa averne.»

Censure subite

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In anni successivi alla sua morte, fino ad epoche contemporanee, ci furono tentativi di "mettere all'indice" Huckleberry Finn da varie biblioteche a causa dell'uso di termini di uso popolare (come "negro/nigger") che offendevano alcuni e considerate politicamente scorrette.[28] Twain in realtà era contro il razzismo, il colonialismo e l'imperialismo della maggioranza dei suoi contemporanei, come emerge da molti passaggi del suo Seguendo l'Equatore, diario di viaggio del 1897 (per esempio, dai suoi commenti sprezzanti su Cecil Rhodes).[6]

Twain ritratto da James Carroll Beckwith (1890)Twain nel 1900

Solo un'analisi superficiale del suo lavoro potrebbe portare a sospettarlo di razzismo per quella che è in effetti nient'altro che la precisa descrizione del linguaggio di uso comune negli Stati Uniti d'America nel XIX secolo. Twain stesso avrebbe probabilmente sorriso di queste accuse; nel 1885, quando una biblioteca escluse il libro, egli scrisse al suo editore: «Hanno espulso Huck dalla loro biblioteca come spazzatura buona per la periferia. Questo ci farà vendere 25000 copie, di sicuro.»[29][30]

Molti dei lavori di Mark Twain sono stati soppressi ai suoi tempi.

Il 1880 vide la pubblicazione di un piccolo volume 1601: Conversation, as it was by the Social Fireside, in the Time of the Tudors Twain fu indicato come autore da indiscrezioni, ma questo non fu confermato fino al 1906 quando Twain stesso rivendicò la paternità di questo capolavoro escatologico. Twain vide 1601 pubblicato quando era ancora in vita.[31]

Twain durante la guerra ispano-americana scrisse anche un articolo contro la guerra intitolato The War Prayer (Pregare in tempo di Guerra). Questo fu inviato alla rivista Harper's Bazaar per la pubblicazione, ma il 21 marzo 1905 venne rifiutato perché "non adatto a una rivista femminile". Otto giorni più tardi Twain scrisse al suo amico Dan Beard, il quale aveva già letto l'articolo, "non penso che verrà pubblicato finché vivrò. Solo ai morti è permesso di dire la verità".[6]

A causa di un contratto di esclusività che lo legava alla casa editrice Harper & Brothers, Mark Twain non poté pubblicarlo con altri editori e così rimase inedito fino al 1923.[32] Le più controverse discussioni umoristiche di Mark Twain tenute nel 1879 allo Stomach Club di Parigi intitolate Some Thoughts on the Science of Onanism (Riflessioni sulla scienza dell'onanismo) si concludono con la riflessione "Se devi giocare la tua vita sessualmente, non giocare una mano da solo troppo a lungo". Questo lavoro non fu pubblicato fino al 1943 ed anche allora solo in una edizione limitata di cinquanta copie.[33][34]

L'interesse per la scienza e la tecnica

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Twain nel laboratorio di Nikola Tesla, primavera 1894

Twain era anche affascinato dalla scienza e dal metodo scientifico. Infatti ebbe una stretta e lunga amicizia con il fisico serbo-croato Nikola Tesla, autore di molte invenzioni e idee fortemente innovative. Essi passarono molto del loro tempo assieme nei laboratori di Tesla come pure in altri luoghi. Un americano alla corte di Re Artù è una delle opere che risentono di questo influsso: racconta infatti la storia di un contemporaneo di Twain che viaggia nel tempo e che utilizza la sua conoscenza della scienza per introdurre la tecnologia moderna ai tempi di Re Artù.[35]

Twain era inoltre appassionato di invenzioni tecniche; brevettò un "Miglioramento delle cinghie regolabili e staccabili per gli indumenti" (per bretelle e reggiseni); il Memory-Builder, gioco da tavolo per memorizzare lezioni di storia; ed ebbe successo lo Scrapbook adesivo, un album per ritagli, foto e cartoline le cui pagine erano preparate con un adesivo secco da inumidire.

Posizioni religiose

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«Io non ho pregiudizi di razza, di casta o di religione. Tutto quel che m'importa sapere di un uomo è che sia un essere umano: questo mi basta... non potrebbe essere niente di peggio.»

(Mark Twain[36])

Alla fine della sua vita la famiglia di Twain distrusse alcuni di quei lavori specialmente quelli irriverenti verso le religioni, per esempio alcuni manoscritti di Lettere dalla Terra (in originale Letters from the Earth), che non venne pubblicato fino al 1962, oppure l'anti-religioso The Mysterious Stranger (Lo straniero misterioso) pubblicato nel 1916. Twain era fortemente scettico e anticlericale, sebbene di famiglia calvinista presbiteriana, discendente da puritani (la figlia avrebbe in seguito aderito al cristianesimo scientista).[37]

Secondo Clara Clemens il padre credeva che esistesse "qualcosa dopo la vita" per molto tempo durante la sua esistenza, anche se alcune volte si espresse affermando il contrario[38]; fatto sta che quando parlava di Dio si esprimeva sempre con profondo sarcasmo, ironizzando e deridendo le concezioni bibliche e utilizzandone i personaggi per i propri ragionamenti.[39][40] Lo scrittore era inoltre massone[41], iniziato come "apprendista" il 22 maggio 1861 nella loggia "Polar Star" n. 79 di St. Louis,[42] a 26 anni, successivamente venne promosso "libero muratore" il 12 giugno, ed infine "maestro" il 10 luglio. Provava però simpatia per alcune figure religiose, come Giovanna d'Arco, della quale scrisse la biografia. Da sempre tendente all'irreligiosità, spesso accostato al deismo, a causa di dolorose vicende familiari, personali e di quelle umane e mondiali, secondo molti critici negli ultimi anni di vita era praticamente ateo o perlomeno agnostico,[43], con tendenza al misoteismo, ossia la credenza che se Dio esiste sia malvagio.

«Si dovrebbe credere che questo stesso Dio senza scrupoli, questo minorato morale, fu nominato insegnante di bontà, dei costumi, della clemenza, della legalità, della purezza? Sembra impossibile e folle.»

(Mark Twain)

«Il cristiano attribuisce al Creatore tutte le caratteristiche di un mascalzone, e giunge poi alla conclusione che un mascalzone e un padre sono la stessa cosa! (...) Con sottile ironia nobilitiamo Dio con l'appellativo di Padre, pur sapendo bene che un padre come lui lo impiccheremmo, se riuscissimo a catturarlo.»

(da Lettere dalla Terra)

Le posizioni anti-imperialiste

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Alle sue sfortune finanziarie contribuì non poco l'ostracismo subito per le sue critiche all'imperialismo statunitense: prima del 1899 egli aveva supportato la politica estera tenuta dal governo, ma se ne era lentamente allontanato.[44] Dal 1899 in poi fu uno strenuo oppositore dell'imperialismo statunitense, propugnato dai politici sostenitori della teoria del "destino manifesto"; Twain fu una delle figure di spicco della lega anti-imperialista, che si oppose all'annessione delle Filippine agli Stati Uniti d'America. Egli scrisse Incidente nelle Filippine, pubblicato postumo nel 1924, in risposta al massacro di Moro Crater, nel quale vennero uccisi seicento Moro.[45]

Era un membro attivo della Lega, costituitasi nel 1898, di cui fecero parte personalità come Henry JamesAmbrose Bierce, il filosofo John Dewey ed il poeta Edgar Lee Masters. Per le sue posizioni antimperialiste, Mark Twain subì una vera e propria emarginazione negli ultimi anni di vita, tanto che molti suoi scritti politici rimasero del tutto ignorati e non furono pubblicati dopo la sua morte, se non molti anni dopo.[46] Twain, patriota fervente in gioventù, arrivò a commentare: «Scoperta dell'America. Certo, è stato bellissimo trovare l'America; ma perderla sarebbe stato ancora più bello.»

I diritti civili e l'impegno sociale

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Mark Twain in poltrona con il celebre sigaro (1907)Durata: 3 minuti e 31 secondi.Mark Twain filmato da Thomas Edison, nella sua casa di Redding assieme alle figlie Clara e Jean (1909)

Sebbene in una lettera del 1871 avesse preso una posizione possibilista sulla liceità della pena di morte[47], già nel 1868 aveva scritto il resoconto dell'impiccagione di un assassino e rapinatore, e il turbamento che aveva destato in lui quello spettacolo, cosa che negli anni successivi lo fece diventare un convinto abolizionista, così come lo era stato contro lo schiavismo[48]:

«Ho visto tutto. Ho preso appunti precisi su ogni dettaglio - anche il modo garbato con cui aiutò a sistemare le cinghie che gli legavano le gambe e la calma con cui scostò le sue ciabatte - e spero di non dover assistere ad una simile scena mai più.»

Fu da sempre un sostenitore dei diritti dei neri e un oppositore instancabile del razzismo in ogni sua forma, anche se in gioventù non aveva una buona opinione dei nativi americani.[49] Sebbene non si dichiarasse esplicitamente socialista, supportò il movimento laburista, oltre che i diritti delle donne e delle minoranze.[32][50] Queste posizioni vengono citate poco anche nei corsi di letteratura moderni, preferendo concentrarsi sul Twain meno "rivoluzionario".

Parlando ad un incontro sindacale affermò: «Chi sono gli oppressori? I pochi: il re, il capitalista, e una manciata di altri sorveglianti e sovrintendenti. Chi sono gli oppressi? La maggior parte: le nazioni della Terra, personaggi degni di nota, i lavoratori, quelli che producono il pane che l'inattivo dalle mani morbide mangia.»[51] Si oppose alla vivisezione per motivi di principio morale, sostenendo i diritti degli animali. La sua obiezione non era su una base scientifica, ma piuttosto un problema etico, come egli affermò.[50][52] Citava in particolare il dolore causato all'animale come suo fondamento della sua opposizione:

«Non mi interessa sapere se la vivisezione produce risultati che sono redditizi per la razza umana o no.(...) Il dolore che si infligge agli animali non consenzienti è la base della mia ostilità verso di essa, ed è per me una sufficiente giustificazione di inimicizia, senza guardare oltre.[50]»


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