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I funerali di Togliatti

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Il fondatore del PCI, l’ideatore della "via italiana al socialismo" si è spento di venerdì nel campo di Artek a Jalta, durante una breve vacanza con la sua compagna Nilde Iotti. È il 21 agosto del 1964, quando nel mondo si diffonde la notizia della scomparsa di Togliatti, causata da un ictus improvviso.
Il giorno dopo a Roma, un fiume umano, intellettuali, politici, cittadini qualunque, si riversa a Roma, nella camera ardente allestita a Botteghe Oscure e il 25, alle esequie, si conta un milione di persone. È la prima volta nella storia italiana: un funerale, per di più laico, di un dirigente di partito, diventa un evento popolare, un momento sociale, un avvenimento senza precedenti.
Nel 1972, otto anni dopo,  Renato Guttuso completa il dipinto che diventerà la sua opera manifesto: "I Funerali di Togliatti". 
Capolavoro maestoso, acrilici e collage di carte stampate su carte incollata su quattro pannelli di compensato 340x440, che ritraggono in maniera anacronistica quel solenne momento, in un collage di volti passati e attuali, sullo sfondo di un pesante grigiore
interrotto dal rosso caldo delle bandiere. 
Un intenso grigiore per tutti. È un momento triste. C'è però un'anima attonita che sembra avere più colore delle altre. Un pizzico in più, come un segnale, come un messaggio. C'è qualche goccia di sangue dimenticata che pervade oltremodo quelle membra. Lì, proprio accanto a lui. Enrico. (https://www.debaser.it/renato-guttuso/i-funerali-di-togliatti/recensione)
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